Il Grade e il valore della solidarietà: perché ho scelto di sostenere chi lotta

Quando attraversi una tempesta, ti rendi conto che da soli non si va lontano.
Ci sono momenti nella vita in cui la malattia ti mette con le spalle al muro e quello che davvero fa la differenza non sono solo i farmaci, ma le persone che hai accanto.

È proprio durante la mia battaglia contro la mielodisplasia, il percorso che racconto anche nel mio libro “Prima che inizi il cantiere”, che ho capito quanto fosse fondamentale non sentirsi soli.
La malattia mi aveva travolto, eppure, intorno a me, amici, famiglia, colleghi, il sindaco del mio comune: tutti hanno continuato a dirmi “ci siamo”.

Dopo il trapianto e la guarigione, ho sentito forte dentro di me una cosa: non potevo tenere solo per me quella fortuna, quella rete di sostegno che mi aveva aiutato a superare la prova più grande della mia vita.

Ecco perché ho deciso di avvicinarmi a Grade – Gruppo Amici dell’Ematologia, un’associazione straordinaria che si impegna ogni giorno per migliorare la ricerca e l’assistenza ai pazienti ematologici.

Perché ho scelto Grade: restituire ciò che ho ricevuto

Dopo aver superato il trapianto, mi sono reso conto che tante persone affrontano la stessa sfida senza il supporto che io ho avuto.
Grade lavora proprio per questo: per sostenere concretamente chi combatte malattie ematologiche, per finanziare la ricerca, per dare strumenti e speranze nuove a chi ne ha bisogno.

Oggi Grade è tra le prime cento associazioni italiane per donazioni del 5×1000. Un traguardo importante, che però racconta solo una parte del loro lavoro quotidiano. Il loro vero valore si misura in abbracci, in sguardi pieni di coraggio, in progetti concreti che migliorano la vita dei pazienti.

Solidarietà che si trasforma in azioni: la sagra di Cavriago

Dal 2012 ho deciso di contribuire attivamente, insieme a mia famiglia, amici e collaboratori.
Ogni anno organizziamo una sagra a Cavriago, il secondo weekend di giugno: un grande ristorante all’aperto, dove le persone si ritrovano non solo per mangiare insieme, ma per partecipare a qualcosa di più grande.

Negli ultimi anni, la sagra è cresciuta esponenzialmente. Nell’ultima edizione abbiamo registrato oltre 1.400 coperti in quattro serate, raccogliendo ogni volta fondi preziosi destinati interamente a Grade.

In dieci anni abbiamo servito più di 15.000 persone e donato complessivamente tra i 70.000 e gli 80.000 euro.
Ma i numeri, per me, non sono il traguardo più importante.
Quello che conta è vedere la comunità che si stringe attorno a chi ha bisogno, persone che decidono di esserci, proprio come è stato fatto per me.

Solidarietà che ti cambia dentro

Partecipare a Grade non è solo un modo per “fare beneficenza”.
È un modo per ricordarmi ogni giorno da dove vengo e quanto sia importante non dimenticare chi sta ancora lottando.
Il volontariato è dare, ma è anche ricevere.
Ricevi sorrisi, strette di mano, momenti che ti fanno capire che, nel tuo piccolo, stai contribuendo a qualcosa di più grande.

Perché il giardinaggio e la solidarietà sono legati

Può sembrare strano, ma il mio lavoro di giardiniere professionista e il mio impegno con Grade si somigliano più di quanto si pensi.

In entrambi i casi si tratta di cura, attenzione, pazienza e fiducia nel futuro.
Un giardino non cresce in un giorno, così come un progetto di solidarietà non si costruisce da solo.
Serve seminare, aspettare, prendersi cura delle cose e delle persone, anche quando non si vedono subito i risultati.

Un invito a partecipare

Se hai mai pensato di fare qualcosa per gli altri ma non hai mai saputo da dove cominciare, ti invito a conoscere Grade e le iniziative che sostengo.
E, se passi da Cavriago a giugno, fermati alla nostra sagra: lì capirai cosa significa essere parte di una comunità che non lascia indietro nessuno.

👉 Scopri di più su Grade e come puoi contribuire →

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